Perché gli italiani sono sempre più restii al matrimonio

“Due cuori e una capanna” è una frase che sentiamo spesso e che, un tempo, identificava l’unione genuina e autentica tra due persone. La rappresentazione di tutto ciò era rappresentata dal matrimonio, una tappa considerata imprescindibile nella società di un tempo. La società moderna è certamente differente rispetto a quella di un tempo. E tutto ciò è certificato dal drastico calo dei matrimoni, fenomeno che investe il nostro paese in misura maggiore rispetto ad altri del Vecchio Continente.

Molti nostri connazionali, infatti, preferiscono le convivenze formali o non sposarsi del tutto, per motivazioni di carattere personale che, non di rado, riguardano aspetti culturali o economici. Nel prosieguo dell’articolo, quindi, approfondiremo questi aspetti, cercando di capire le motivazioni di questo fenomeno, che risulta ancora in costante crescita lungo tutto lo Stivale.

Le oggettive asperità che impediscono di poter convolare a nozze

Uno dei motivi principali, in particolar modo nelle fasce d’età degli under 35, riguarda il summenzionato aspetto economico. Nel corso degli ultimi anni, la stabilità economica è diventata sempre più complicata da raggiungere per i più giovani, che faticano ad ottenere un lavoro a tempo indeterminato e, di conseguenza, riscontrano non poche difficoltà nel traslare all’atto pratico il proprio progetto di vita.

La precarietà lavorativa si riflette anche in maggiori difficoltà nell’accesso al credito, al quale si aggiunge, poi, l’elevato costo della vita, aumentata sensibilmente nel corso dell’ultimo lustro a causa dell’impennata inflattiva che ha colpito il nostro paese al pari degli altri sparsi nel mondo.

Davanti a queste oggettive asperità, molti giovani preferiscono rimandare le nozze o, in talune circostanze, non sposarsi, optando per la soluzione più immediata e meno impegnativa dal punto di vista economico: la convivenza. Le nuove dinamiche sociali, d’altro canto, riconoscono come “famiglia” anche le coppie conviventi, svuotando un po’ dell’originaria concezione del matrimonio come “primo passo” per la costruzione del nucleo familiare.

Questo mutata concezione, tuttavia, è avvenuta anche per alcuni principi ritenuti indispensabili dalle nuove generazioni. Molti giovani, infatti, danno priorità all’autorealizzazione, alla carriera e al benessere personale prima di convolare a nozze. Gli under 35, al giorno d’oggi, si concentrano innanzitutto su loro stessi, decidono di vivere esperienze personali prima di “mettere su famiglia”.

Le unioni civili hanno contribuito alla diminuzione dei matrimoni, ma molti temono di “fallire”

Inutile negare, poi, come molte persone non vogliono convolare a nozze per il timore di vivere il fallimento matrimoniale. I casi di separazione e divorzio, come noto, sono in costante aumento in ogni zona del nostro paese. E in alcune località raggiungono il 50% se rapportato al numero di matrimoni avvenuti negli ultimi cinque anni.

Nel terzo decennio del nuovo millennio, il matrimonio non è più percepito come un legame indissolubile. Ma il timore di “fallire”, con tutti gli strascichi che ciò comporta, attanaglia molti italiani. Non stupisce in alcun modo, quindi, che un vasto numero di uomini e donne decida di avvalersi del supporto dei professionisti delle indagini prematrimoniali, al fine di disporre della ragionevole certezza di convolare a nozze col giusto partner.

La discesa del numero dei matrimoni, però, non equivale automaticamente a un maggiore desiderio di vivere una vita single. Le convivenze, infatti, sono aumentate in misura significativa e sono state definitivamente accettate dalla società italiana. Esse, infatti, offrono molti dei benefici del matrimonio tradizionale senza l’impegno formale e legale, dando modo alle coppie di poter vivere la propria quotidianità senza vincoli permanenti.

L’introduzione delle unioni civili, poi, ha consentito a molte coppie di ottenere un riconoscimento giuridico che offre tutela legale e diritti simili a quelli matrimoniali. Questa maggiore flessibilità ha portato molte coppie a prediligere le unioni civili al matrimonio, preferendo una relazione che lascia maggiore spazio all’autonomia individuale e a un minore impegno formale

Autore dell'articolo: Andrea Minolli