Piazza Affari scende al ribasso in seguito al fatto che a gennaio la produzione industriale è calata, rispetto a dicembre 2017, dell’1,9%. Mentre nella media del periodo da novembre a gennaio l’indice è cresciuto dell’1% rispetto al trimestre precedente. L’Istat ha precisato che, sulla base degli effetti di calendario, a gennaio l’indice è aumentato in termini tendenziali (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) del 4% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di gennaio 2017).
Industria e Borsa: cosa sta accadendo ai settori di attività economica
Per quanto riguarda i settori di attività economica, a gennaio i comparti che hanno avuto la maggior crescita tendenziale sono stati quelli che si occupano di metallurgia e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+14,1%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+11,1%) e delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+8,4%).
Al contrario, le diminuzioni maggiori hanno riguardato i comparti della fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (-17,1%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e dell’attività estrattiva (entrambi -3,5%). Infine, la produzione di autoveicoli in Italia è aumentata dello 0,3%.
Anche il Centro studi Promotor ha citato di un calo inaspettato della produzione industriale a gennaio in quanto non è omogeneo all’andamento degli ordinativi, che, secondo l’Istat, negli ultimi 3 mesi del 2017 avevano visto una crescita tendenziale del 12,5% a ottobre, dell’8,9% in novembre e del 6,9% a dicembre. Se ti interessa e vuoi vedere gli andamenti e guadagnare con il forex ti consigliamo di affidarti soltanto a piattaforme legali in Italia.
Calo dell’Industria, incidente di percorso?
C’è chi auspica si tratti solamente di un “incidente di percorso” in una manovra complessiva di ripresa che dovrebbe continuare e che si speri duri dal momento che fine dicembre il calo della produzione industriale sui livelli ante-crisi era ancora del 18,2%.
Dopo il dato deludente raggiunto a Piazza Affari l’indice Ftse Mib cala fino allo 0,68% a 22.703 punti, ottenendo una performance superiore comunque ali altri indici europei: il Dax cala dell’1%, il Cac40 dello 0,78% e il Ftse100 dell’1,03%. Mentre il dollaro trova sostegno nei confronti dell’euro in attesa del meeting della Fed di questa settimana, il primo da governatore per Jerome Powell. Un nuovo rialzo di 25 punti base del costo del denaro è dato per scontato dagli operatori mercoledì al termine della riunione del Fomc.
L’informazione chiave sulla politica monetaria Usa arriverà dopo aver ottenuto le aspettative sui tassi dei membri del board: questi potrebbero spostare l’attenzione verso l’indicazione di quattro rialzi quest’anno, come il mercato ha iniziato a scontare, rispetto ai tre previsti con il meeting di dicembre. Intanto il cross euro/dollaro scambia a 1,2277.
Gli economisti di Intesa Sanpaolo hanno tenuto a precisare, puntualizzando, che “La riunione del Fomc dovrebbe concludersi con un rialzo dei tassi di 25 punti base e con nuove proiezioni macroeconomiche e dei tassi”, hanno “le vere novità della riunione saranno nelle proiezioni, che dovrebbero mostrare una crescita più solida e un sentiero dei tassi un po’ più ripido rispetto a quanto pubblicato a fine 2017“.