Le “free zone” nel mondo: dove conviene espandere il proprio business

Al giorno d’oggi, le free zone sono diventate dei centri strategici per lo sviluppo del business internazionale. Ideate per attrarre investimenti esteri, queste aree offrono significativi vantaggi dal punto di vista fiscale e della celerità nello svolgimento delle pratiche burocratiche. Le free zone si sono sviluppate in molti paesi, al fine di incentivare le attività imprenditoriali e favorire il commercio internazionale.

In altre parole, le “free zone” sono aree che offrono alcuni vantaggi alle aziende, come agevolazioni fiscali, burocrazia semplificata ed esenzione dai dazi doganali, mirati a sostenere la crescita dell’economia locale e stimolare l’export. Ogni free zone si caratterizza per differenti regole specifiche, ma lo scopo è sempre il medesimo: permettere il totale possesso straniero delle attività, riducendo al minimo le tasse e semplificando le pratiche amministrative.

Stati Uniti

Nel paese a stelle e strisce, le FTZ (acronimo di Free Trade Zone) sono collocate in diversi stati e rappresentano un importante incentivo per il commercio. Le free zone statunitensi, per quanto ovvio, non offrono le stesse esenzioni fiscali estese di altre presenti in Asia o Medioriente, ma garantiscono l’esenzione dai dazi doganali per le merci che transitano attraverso di esse,

Le FTZ sono particolarmente adatte a quelle imprese che concentrano il loro business in settori produttivi o commerciali e necessitano di importare e trasformare merci prima della loro esportazione. L’approccio degli Stati Uniti, tuttavia, si concentra principalmente sulle agevolazioni doganali, a differenza, invece, delle free zone presenti in altre nazioni.

Dubai

Basti volgere lo sguardo, ad esempio, a Dubai, che si può definire, senza alcun timore di smentita, il “leader mondiale delle freezone”. Situate negli Emirati Arabi Uniti, le freezone dubai rappresentano il modello più avanzato e flessibile del nostro pianeta, in grado di offrire estremamente vantaggiose a chi decide di aprire un’attività in città. I “benefit” previsti sono di grande appeal: possibilità di ottenere agevolazioni fiscali al 100% per decenni; esenzione dai dazi doganali; facilità nella gestione delle pratiche burocratiche.

Una delle più famose freezone locali è il Dubai Multi Commodities Center, noto anche con l’acronimo “DMCC”, che consente l’accesso a un’ampia gamma di settori con la garanzia di totale proprietà e di una fiscalità agevolata. La DMCC è particolarmente adatta per chi decide di avviare un’attività nei settori della logistica, della tecnologia, delle materie prime e della finanza.

Le normative chiare e la possibilità di poter condurre il proprio business in maniera flessibile rendono le freezone di Dubai particolarmente appetibili per le aziende globali, che possono godere di un sistema giuridico orientato alla trasparenza e alla tutela degli investitori. A differenza di altri paesi arabi, chi opera a Dubai può interloquire, senza problema alcuno, in inglese, lingua parlata fluentemente in tutta la città.

Singapore

Spostandosi un po’ più a est del continente asiatico, un’altra località dove si segnala la presenza di freezone è Singapore. Situata in una posizione a dir poco strategica, questa nazione ha istituito diverse FTZ direttamente gestite dalla Free Trade Zone Authority. Questa “città-stato” è famosa per l’efficienza logistica dei suoi porti e, soprattutto, per la facilità con cui le aziende possono stabilizzarsi.

La maggior parte delle freezone sono concentrate sulle attività di transito e stoccaggio merci. E consentono a Singapore di recitare un ruolo di assoluto protagonista dell’intero commercio asiatico. A differenza di altre freezone, però, Singapore non consente agli investitori di godere della totale esenzione delle imposte dei profitti realizzati; viceversa, offre un regime fiscale particolarmente attraente a livello nazionale, che rende meno attraenti le FTZ per quegli investitori che cercano soluzioni completamente “esentasse”.

Per questo motivo, Singapore è una meta eccellente per chi ha forti interessi nella regione, ma poco indicata per i soggetti che vogliono godere di esenzioni fiscali totali.

Autore dell'articolo: Andrea Minolli