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Traduzioni legali e loro importanza: qualche spiegazione in merito

I documenti ufficiali sono preziosi per ogni persona. Il loro contenuto attesta una qualunque condizione, per cui rappresentano un elemento essenziale per la vita di tutti i giorni. Quando ci si propone per un lavoro, ad esempio, vengono richiesti dei documenti specifici ufficiali, per verificare requisiti e abilità del candidato. La medesima verifica avviene anche nel caso in cui un soggetto si candida per un lavoro estero, che oggi, ovviamente, rappresenta il biglietto della lotteria per tutti gli aspiranti professionisti. Ma come si fa a presentare i documenti se sono nella lingua italiana?

La traduzione asseverata e il suo ruolo

In questa data circostanza si effettua quindi una traduzione asseverata, detta pure giurata. Da qualche anno a questa parte è uno strumento molto utilizzato, soprattutto in virtù della crisi economica italiana. Una crisi che spinge i giovani soprattutto a spostarsi all’estero per cercare una condizione professionale e di lavoro di gran lunga migliore.

Sostanzialmente, le traduzioni asseverate sono delle trasposizioni ufficiali da una lingua ad un’altra di un qualunque tipo di documento che  accerti una situazione legale. Vengono quindi posti in essere  dei documenti ex novo, ma che hanno il medesimo valore legale rispetto all’originale.

Con lo strumento di asseverazione non si fa altro che convalidare a pieno la conformità tra il testo originale e quello tradotto, affinché possano i nuovi documenti avere lo stesso valore legale dell’originale. Si tratta pertanto di un mezzo di fondamentale importanza se i documenti ottenuti vanno presentati per scopi amministrativi, governativi o giudiziari.

Quali documenti si asseverano?

In genere vengono asseverati tutti quei documenti come:

  • titolo di studio
  • patente di guida nel caso di cittadini extraeuropei
  • libretti di circolazioni automobilistici
  • certificati di matrimonio e di divorzio
  • certificati di nascita
  • documenti per la richiesta della cittadinanza

Non esistono delle regole particolari per le traduzioni asseverate, dal momento che ogni procedura è differente a seconda del paese destinatario dei documenti. Al di là di quelle che sono le modalità di asseverazione, l’ufficialità del suo contenuto sorge a prescindere.

La procedura italiana

In Italia, si può raggiungere l’asseverazione di una traduzione seguendo 3 diversi tipi di modalità, ognuna delle quali prevede l’intervento di istituzioni vere e proprie. In primis l’agenzia di traduzione, poi il tribunale, il giudice di pace. E ancora il notaio per l’ufficialità. Nonostante i diversi soggetti coinvolti, la procedura è relativamente semplice.

A seguito di traduzioni legali preposte da un traduttore professionista, quest’ultimo si reca di persona in uno degli uffici preposti. Ivi è obbligato a prestare giuramento di veridicità del contenuto della traduzione del documento affidatogli dal cliente. A questo punto, il traduttore e il pubblico ufficiale sottoscrivono il documento, unitamente ad un verbale che dimostra l’avvenuto giuramento.

Pertanto alla fine si avrà una sorta di portfolio con all’interno: il documento di partenza o sua copia autenticata, il documento tradotto e il verbale del giuramento firmato dal traduttore e dall’Autorità.

Traduzione legale e quella con Apostille

Le traduzioni legali, sono, in sostanza, il passo seguente ed ulteriore a quello poc’anzi descritto dell’asseverazione. Si tratta di un’attestazione legale da parte delle autorità che firmano il documento tradotto e ne danno prova dell’autenticità della firma stessa. Questo è un compito che in Italia, viene posto in essere dalla Prefettura o dalla Procura della Repubblica, in base alla tipologia di documento.

Una doverosa differenza va fatta tra traduzione legale e traduzione con Apostille. Quest’ultima si applica per tutti quei documenti destinati agli stati aderenti alla Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961. Avviene comunque la legalizzazione, ma attraverso un timbro speciale. Un timbro atto a dimostrare la qualità legale dell’Autorità che ha firmato il verbale al momento dell’asseverazione.

Andrea Minolli:
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